mercoledì 12 ottobre 2016

STEP 04:   Il mito


L'antracite è definito come un grigio scurissimo e proprio per questo nella mitologia può essere associato ai significati simbolici attribuiti al Nero.

Inizialmente il nero era associato all'immagine di 'Caos' insieme al suo opposto,cioè il bianco. Il nero simboleggiava il vuoto, la mancanza di luce e le tenebre e per questo era stato definito come colore della sintesi universale, non che dell'assenza di ogni cosa , del mistero e dell'ignoto. In ogni caso non gli veniva ancora attribuito un significato del tutto negativo, in quanto dal caos poteva nascere qualsiasi cosa. 
Successivamente con la creazione di divinità terrificanti i nostri antenati cercavano di dominare la paura del buio attraverso credenze, riti o fiabe che raffiguravano l'uomo nero o streghe o orchi vestiti di nero.

IL MITO CINESE

 Ancora profondamente integrati nella natura, gli uomini si sentivano parte di essa e ritenevano che fosse animata in tutte le sue molteplici manifestazioni. Ogni suo elemento veniva considerato un’entità misteriosa, dotata di poteri prodigiosi, capaci di creare e distruggere. Il mito crea relazioni tra le cose semplici e note e quelle difficili e sconosciute. Il fuoco ha qualcosa in comune con il sole; l’oro, che non arrugginisce mai e non invecchia, simboleggia l’immortalità; poiché l’uovo dà origine alla vita, il mondo fu creato da un uovo.In principio, l’universo era un buio caos, una scura massa di nulla. Cielo e terra non erano separati, né lo erano notte e giorno, e non formati erano il sole, la luna e le galassie. Per poter concepire quest’inimmaginabile insieme di tempo e spazio, alcune popolazioni lo pensarono come un grosso uovo, e in questa buia massa ebbe origine Pangu, il primo essere dell’universo. Pangu crebbe nella totale oscurità e dormì per millenni e millenni. Quando si svegliò, era ormai un gigante e, resosi conto di stare nel caos, decise di creare l’ordine. Afferrata una pesante ascia, sferrò un poderoso colpo al guscio, spaccandolo. Le parti più leggere salirono galleggiando, e divennero il cielo; le più pesanti precipitarono, e divennero la terra. 

Mitologia indù e buddhista

Nell'Induismo Yama è la divinità preposta al controllo e al trapasso delle anime da un mondo all'altro. È figlio di Surya (dio del Sole) e di Saranyu, viene chiamato anche Dharma (Giustizia, poiché ha il compito di giudicare le destinazioni delle anime) e Kala (Tempo, Yama è identificato con il tempo poiché è quest'ultimo a decretare il momento della morte). La sua tradizionale iconografia è quella di un uomo che cavalca un bufalo nero, vestito di rosso con gli occhi di fuoco e la pelle verde.




Nel
 Buddhismo è rappresentato come un essere irato, dalla pelle di colore nero-blu, vestito di pelli animali e adorno di teschi e ossa. Nella rappresentazione iconografica del Saṃsāra Yama stringe a sé la ruota dell'esistenza. Nel buddhismo Vajrayana la morte viene considerata uno degli otto dharmapada, un difensore del Dharma. Sempre nel buddhismo Vajrayana esiste anche Yamantaka, il Distruttore della morte, che assume su di sé le sembianze di Yama, compreso il volto di bufalo tratto dal suo veicolo nell'iconografia induista, a significare il superamento di ogni dualità. 

Nessun commento:

Posta un commento